1. ESPOSTO CONTRO L'AGENZIA DELLE ENTRATE: STA DISTRUGGENDO IL PAESE
    Esposto basato su dati ufficiali: violazioni, danni e responsabilità.. La soluzione c'è!

    AvatarBy L.D. il 15 Sep. 2015
     
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    Siamo in grado di dimostrare (in base a documenti ufficiali) che, purtroppo in buona fede, l’Agenzia delle Entrate sta perseguitando le piccole e medie imprese (pilastro dell’economia e dell’occupazione!), conseguentemente provocando danni enormi all’economia, praticando una gigantesca estorsione, favorendo la corruzione su centinaia di miliardi di euro e, dulcis in fundo, contribuendo ad affossare la giustizia. Il tutto violando numerose norme costituzionali e ordinarie.
    E la Storia insegna (vedasi le conseguenze, nel secolo scorso, delle leggi razziali) che quando lo Stato viola i principi le conseguenze possono essere devastanti.
    In realtà le presenti vicende fanno capire quanto dannosa possa essere un’amministrazione pubblica, soprattutto se molto potente, per il paese. Più potente è, più danni procura. Questi i fatti.

    1. PERSECUZIONE DELLE PMI – VIOLAZIONE PRINCIPIO DI UGUAGLIANZA
    L’Agenzia “accerta” 50 miliardi l’anno tra maggiori imposte, sanzioni, interessi e aggi a seguito della notifica di centinaia di migliaia di “avvisi” per il 90% a carico dei piccoli e medi imprenditori e dei loro familiari (molte volte, come nel caso dei meccanici emiliani e dei baristi bolognesi, perfino a “tappeto” ) nonostante categorie, come i medici specialisti, incassino in un’ora, spesso in nero, quello che un artigiano guadagna in una settimana.
    E non si dica che ciò dipende dal “numero” dei piccoli imprenditori (effettivamente tanti)!
    Il paese pullula di dipendenti privati e pubblici percipienti fuori-busta o “doppio-lavoristi” (ovviamente in nero) senza che, giustamente, nessuno si sogni di controllarli. Alla stregua del popolo delle partite Iva, la capacità contributiva (art. 53 Cost.) di questi ultimi non è certamente tale da giustificare massicci accertamenti contro di loro.
    Il lavoratore (dipendente o autonomo) ha infatti diritto a una retribuzione (bianca o nera) proporzionata alla quantità e qualità (comprensiva dei rischi) del suo lavoro (art. 36 Cost.).
    I piccoli e medi imprenditori, poi, lavorano molto di più e si assentano (per ferie, malattia, maternità, assistenza familiari ecc. ecc.) molto di meno rispetto alle altre categorie.
    In realtà il fisco accerta le imprese perché facilmente controllabili in base ai costi (quando gli accertamenti devono essere non più “facili” ma più giusti). Con la conseguenza che le imprese vengono doppiamente colpite: dai costi (orami insopportabili, a fronte di ricavi aleatori e schiacciati dalla concorrenza) e dagli accertamenti fiscali.
    L’Agenzia si guarda bene invece dall’accertare “a tappeto” imprese e professionisti aggiudicatarie (chissà come) di gare e lavori pubblici interessate a registrare fatture per operazioni inesistenti (facilissime - lo ricordiamo ai verificatori - da controllare) per poter pagare tangenti.
    O dal recuperare gli “anti-economici” (e non inerenti), faraonici, compensi erogati, dalle “aziende” pubbliche (costantemente in perdita), all’esercito di amministratori, dirigenti e consulenti raccomandati e/o imposti dalla politica.
    Se lo avesse fatto avrebbe contribuito a ridurre sensibilmente corruzione e debito pubblico, mali endemici del nostro Paese; ma tant’è.

    2. VIOLAZIONE PRINCIPIO DI CAPACITÀ CONTRIBUTIVA (ART. 53 COST.)
    Dotata dal legislatore di formidabili strumenti (banche-dati, indagini finanziarie, misure cautelari ecc.) per recuperare fino all’ultimo euro, grazie alla giurisprudenza della Cassazione l’Agenzia delle Entrate si è “auto-dotata” della possibilità di recuperare dai soci le somme accertate a carico delle società a “ristretta base” (quasi tutte le società del nostro paese).
    Nessuno si è finora accorto che in Italia è stata abolita di fatto la responsabilità limitata, uno dei pilastri dell’economia mondiale! Pazienza. “Mal che si vuole non duole”…
    Nonostante tali mezzi, l’Agenzia incassa (tra l’altro, come si vedrà più oltre, in modo a dir poco discutibile) a malapena 7-8 miliardi ; infatti Equitalia, suo organo di riscossione, registra insoluti per 5-600 miliardi .
    E' la prova che la "capacità contributiva" che si afferma emersa a seguito dei maggiori imponibili accertati, non esiste
    Diversamente, infatti, si sarebbe trasformata in beni mobili e immobili venendo facilmente individuata e bloccata grazie ai potenti mezzi di cui si è detto.
    Poche persone (tra l’altro con gli attuali, demenziali, limiti al contante) possono, infatti, permettersi il lusso di portare i soldi all’estero o di nasconderli sotto il materasso!
    È, in altre parole, la prova che l’Agenzia delle Entrate viola sistematicamente lo stesso principio di “capacità contributiva” (che dovrebbe costituire principale fondamento del suo operato).
    Non ci voleva molto a capire che, a differenza di altri soggetti, gli imprenditori evadono soprattutto per far quadrare i conti, retribuire i dipendenti, acquistare macchinari ecc. E che è impossibile rubare utili o ricchezze inesistenti.
    L’Agenzia non può fingere di non sapere che gran parte dei maggiori imponibili, come nel caso da noi denunciato al Sole 24 Ore del reddito professionale di oltre 20 milioni in due anni accertato a carico di un anziano e malato commercialista , sono falsi. Oltreché violazione del principio di “indisponibilità dell’obbligazione tributaria” ciò costituisce falso in atto pubblico.

    3. DANNI, ALLA NAZIONE, PROVOCATI DAL CONTENZIOSO FISCALE
    Quasi tutti gli accertamenti (eminentemente presuntivi) vengono contestati davanti ai giudici tributari competenti che ne annullano circa la metà pur avendo interesse morale, come servitori dello Stato, e materiale, come beneficiari delle pubbliche entrate, a confermarli.
    Dal canto proprio l’Agenzia delle Entrate mira al 60% di vittorie (come se un’azienda, cui si vanta di assomigliare , puntasse a sbagliare “solo” il 40% dei propri prodotti!) senza rendersi conto che il 50% di vittorie o di sconfitte è un’inevitabile conseguenza statistica del fatto che gli accertamenti (discutibili, opinabili e presuntivi) sono troppi. Vedasi, al riguardo, lo straordinario intervento di Salvatore Giacchetti .
    Per difendersi, i contribuenti incontrano costi pari al 20% del valore delle cause ; la qual cosa spiega il silenzio del mondo accademico su quanto sta accadendo.
    Tra parcelle, giornate di lavoro buttate via, stress, malattie, suicidi ecc. il costo, per la collettività, degli accertamenti (nonché delle migliaia di funzionari e avvocati dell’Agenzia addetti al contenzioso!) è di gran lunga superiore ai risultati della lotta all’evasione!
    È in corso il trasferimento di gigantesche risorse dall’economia reale (impresa) a quella virtuale (mondo professionale); dai beni strumentali e dall’occupazione ai “Rolex d’oro”!

    4. AFFOSSAMENTO DELLA GIUSTIZIA
    In Cassazione, provenienti dal paese con intere regioni in mano alla criminalità, tra i più litigiosi d’Europa e con più avvocati al mondo, arriva una valanga di ricorsi sulle questioni più varie: rapine, violenze, omicidi (più o meno colposi o tentati), minacce, lesioni, incidenti stradali e non, furti, truffe, corruzioni, ingiurie, diffamazioni, razzismo, inquinamento, liti tra imprese, vicini e condomini, contro le amministrazioni in generale, cause di lavoro (ben 25% del totale!) ecc..
    Verrebbe da pensare che le liti fiscali, almeno quelle di iniziativa di un’amministrazione tenuta, a differenza dei cittadini, al principio del Buon andamento, non superino il 2-3%. Ebbene, i ricorsi fiscali in Cassazione (prevalentemente a cura dell’Agenzia delle Entrate che si vanta, infatti, di vincere di più in tale sede ) arrivano a ben il 40% del totale !
    Poco meno della metà di un organo teoricamente impegnato a dirimere i mali e le ingiustizie del Paese….perderebbe dunque il proprio tempo a “correre dietro” a piccoli e medi imprenditori che stentano ad arrivare a fine mese e pagare i dipendenti!
    Ferme restando, sul punto, le responsabilità della stessa Cassazione , oltre all’economia, l’Agenzia delle Entrate starebbe quindi contribuendo ad affossare anche la giustizia.

    5. GIGANTESCA (ANCORCHÉ INVOLONTARIA) ESTORSIONE IN CORSO
    Ben ¾ degli incassi di 7-8 miliardi (secondo Dirpubblica gonfiati ) della lotta all’evasione sono frutto di pagamenti a fronte di richieste a volte molto più alte.
    Come i 5 milioni (forse non dovuti), a fronte dei 30 (sicuramente non dovuti) richiesti a una ditta di Treviso; oppure i 6 contro i 65 richiesti a una di Belluno (delle quali ci riserviamo di fare i nomi).
    A parte la tangente dal 5 al 10% sul “risparmiato” che i professionisti sono soliti pretendere dai malcapitati contribuenti e a parte la buona fede dei funzionari (dei quali, invece, non dubitiamo) si tratta di una vera e propria, gigantesca (ancorché involontaria) estorsione! Tra l’altro le “definizioni” vengono effettuate, molto spesso, a cura…degli stessi funzionari che hanno eseguito l’accertamento !
    Senza contare gli “avvertimenti” (di cui abbiamo prova) che, se “non aderiscono”, i contribuenti rischiano “altri controlli” (anche a carico dei familiari); o le “promesse” che, in caso contrario, possono “stare tranquilli per qualche anno”… Non è un caso che secondo la stessa Agenzia tali comportamenti rientrino… nella “normale dialettica fisco-contribuente”!

    6. INCENTIVO ALLA CORRUZIONE
    A conti fatti, ancorché senza volerlo, l’Agenzia delle Entrate “regalerebbe”, ogni anno, a una ristretta cerchia di persone il potere di iniziare, gestire, modificare, trattare e/o decidere accertamenti discrezionali e molto spesso arbitrari per decine di miliardi!
    E la corruzione (anche delle menti e delle abitudini) è notoriamente favorita dal potere discrezionale. Figuriamoci da quello arbitrario!
    A chi coltivasse dei dubbi sull’argomento facciamo notare che il personale dell’Agenzia è notoriamente diviso in dipendenti di “serie A” (controllo) e di “serie B” (servizi al contribuente) nonostante, tra l’altro, lo stesso Statuto dell’ente metta in primo piano quest’ultima “missione”...

    7. I TENTATIVI (INUTILI) DI CAMBIARE
    La situazione non è certo migliorata con l’introduzione, nel 2004-2005, dei famigerati “obiettivi monetari” in violazione dell’obbligo di astensione previsto dal Codice di comportamento dei dipendenti pubblici (oltreché dell’art. 97 della Costituzione) contro cui ci siamo battuti, prima da soli nel 2007 , poi con il sostegno indiretto dei Commercialisti di Milano nel 2010 e infine con quello del sottosegretario Zanetti.
    È come se i giudici venissero retribuiti in base agli anni inflitti; o i Carabinieri premiati in base ai proiettili sparati o ai “malviventi” feriti: le aziende vengono pur ferite e spesso uccise da accertamenti infondati!
    Per limitare i danni basterebbe che l’Agenzia applicasse il principio “In dubio pro reo” rettificando gli imponibili solo con la sicurezza al 100% delle proprie ragioni .
    Lo abbiamo proposto, per anni (inutilmente), in base al D.Lgs 80/98 che prevede, quale compito principale dei dirigenti pubblici non l’organizzazione degli uffici (che, ridotti come sono, vanno avanti da soli) ma “la formulazione di proposte” in favore dell’ente.
    Il paese si sta impoverendo; la fame (di giustizia) aguzza l’ingegno; i cambiamenti partono dal basso (principio democratico); tale disposizione avrebbe rivoluzionato una pubblica amministrazione notoriamente ostile ai cambiamenti (vedasi altro articolo interessante in calce) .
    Come volevasi dimostrare non è mai stata applicata; men che meno dall’Agenzia che, presa da “obiettivi” di ogni genere (alcuni, come quello di indurre i contribuenti a versare denaro a enti di beneficenza , perfino illegali), non ha mai assegnato ai dirigenti il principale compito previsto dalla legge! Peggio, lo ha relegato addirittura in secondo piano nel proprio Statuto !

    8. FUGA DEGLI IMPRENDITORI DALL’IMPRESA E DAL PAESE
    Non bastasse, l’Agenzia tratta i piccoli e medi imprenditori cui capita di non rilasciare qualche ricevuta o scontrino, cioè quasi tutti, da “vermi intestinali” e “parassiti” (esattamente come gli ebrei nella seconda guerra mondiale ).
    Tali soggetti sono, invece, dei particolari “animali” in grado di fiutare il rischio (anche di essere distrutti da un accertamento sbagliato) a chilometri di distanza. È normale che siano indotti a lasciare l’impresa o il paese; e che quest’ultimo vada in rovina.
    Al Sud l’economia è sparita, da decenni, a causa della criminalità e dell’estorsione; al Nord potrebbe succedere la stessa cosa anche a causa dell’Agenzia delle Entrate.
    Nel mese di agosto abbiamo presentato questa denuncia al Presidente della Repubblica (racc. 145734371684), al Governo (racc. 145734370876), alla Corte dei Conti (racc. 145734370888) e all’Autorità anticorruzione (racc. 145734370899) senza ottenere alcuna risposta.


    Vicenza, Settembre 2015
    Luciano Dissegna
    Tributarista – Arbitro Consob - ex dirigente Agenzia Entrate
    Romano d’Ezzelino (Vi) - tel. 3476974562 – [email protected]

    Edited by L.D. - 15/9/2015, 20:34
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    Luciano Dissegna Tributarista? Arbitro Consob? Ex dirigente dell'Agenzia delle entrate?

    In primo luogo, caro Luciano, per fare il tributarista bisogna conoscere il diritto tributario.

    In secondo luogo, chi è un "arbitro Consob"? Di cosa si occupa?

    Infine, come ex dirigente dell'Agenzia delle entrate dovresti spiegare per benino perché sei diventato "ex" quando saresti potuto rimanere dirigente in servizio ancora per qualche anno. Perché non rispondi alle domande che ti sono state fatte dall'On.le Santanchè durante la trasmissione Tagadà andata in onda su la La7 il 3 maggio 2016?

    E adesso cancella anche questo commento, dato che sei un vero maestro nel censurare ciò che non ti piace!
     
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    Ciò che non potrai censurare solo le decine di querele sporte a carico tuo e dei tuoi clienti, così finalmente la magistratura avrà la possibilità di acclarare chi è nel giusto e chi no.
     
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  3. Tommaso Bongermino
     
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    Luciano Dissegna dice in realtà cose vere...
    ma la domanda nasce spontanea.. gent.le "[email protected]" perchè scrivi in pubblico (facendo illazioni) ma nascondi il tuo nome dietro un nick anonimo? chi sei? perchè ti nascondi? ti rendi conto che molte piccole imprese, artigiani e professionisti si devono indebitare per riuscire a pagare le tasse? ti rendo conto con quale faciloneria vengono fatti gli accertamenti e le sanzioni a carico di chi lavoro 18 ore al giorno per un pezzo di pane dando lavoro a tanta gente?
     
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    Tommaso Bongermino? E tu che sei? Cosa rappresenti? Di cosa ti occupi? Da dove sbuchi?
    Tu non sai niente, tu non sei a conoscenza di alcunché, tu non sai né di cosa né di chi stai parlando: allora faresti bene a stare zitto.
    Io non faccio illazioni, io so, e questo basti a te ed a tutti i tuoi sodali, ivi compreso il tuo amico e compagno Lucianone Dissegna.
    Se vuoi replicare fallo pure: una querela non si nega a nessuno.
     
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    Ah, dimenticavo: caro Tommaso, io credo che tu non abbia nemmeno bisogno di scrivere certe cose sotto dettatura. Quei concetti stereotipati da te espressi potevano benissimo rappresentare il frutto della tua personale e genuina iniziativa.

    Parlare dopo un'imbeccata o per mezzo di luoghi comuni non depone a proprio favore.

    Sappi, comunque, che i rapporti fra lo Stato, i cittadini e liberi professionisti è molto, troppo complesso perché tu ed il tuo suggeritore Luciano Dissegna riusciate ad intendere qualcosa.
     
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5 replies since 15/9/2015, 19:13   814 views
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