1. ORDINE DEL GIORNO PER IL PAESE

    AvatarBy L.D. il 3 Dec. 2015
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    Richiesta all’Agenzia entrate/G.d.f. di spostare i controlli dalle piccole e medie imprese (impossibilitate a guadagnare ed evadere più di tanto a causa della concorrenza) ai costi e alle operazioni straordinarie dei fornitori di beni e servizi degli enti e delle aziende a partecipazione pubblica.
    O.d.g., mozione, proposta ecc. agli enti e/o aziende “erogatori” (diretti o indiretti) di denaro pubblico da parte di ogni uomo di buona volontà (e, a maggior ragione, parlamentare, consigliere, socio ecc.) per salvare il paese dalla corruzione, dal debito pubblico e dalla distruzione del tessuto imprenditoriale

    Al Presidente “della”, al Sindaco “di” ecc.
    I sottoscritti, PREMESSO (anche alla luce degli inconfutabili dati contenuti nell’Esposto contro l'Agenzia delle Entrate, inviato alle massime cariche dello Stato che trovate sulla pagina ufficiale di Luciano Dissegna):
    CHE l’Agenzia Entrate, in contrasto con le più elementari logiche economiche e costituzionali, “accerta” quasi esclusivamente piccoli e medi imprenditori (pilastro dell’economia e dell’occupazione!) impossibilitati a guadagnare (e quindi evadere) più di tanto a causa della concorrenza;
    CHE tale politica, oltre a provocare il trasferimento di ingenti risorse dall’economia reale a quella virtuale (grossi studi) e determinare la fuga degli imprenditori (o, peggio ancora, dei giovani potenzialmente tali) dall’impresa o dal paese, “regala” ogni anno a una platea di dirigenti, funzionari, professionisti, giudici (e politici tentati di intromettersi) il potere di “gestire” (“iniziare”, trattare, ridurre, confermare, annullare ecc.), in modo discrezionale e spesso arbitrario, una marea di miliardi (circa 50!);
    CHE al gravissimo rischio di corruzione, sopra indicato, si aggiungono la corruzione, vera e propria (Sole 24Ore 23/10/2015), e il debito pubblico causati dalla maggiorazione degli appalti e dei servizi pubblici per pagare tangenti. Addirittura, lavori inutili verrebbero commissionati esclusivamente a tale scopo. I ritardi nelle consegne deriverebbero spesso dalla difficoltà di accordarsi sulle relative spartizioni. Gli “imprenditori” (più disonesti) ne approfitterebbero ovviamente per moltiplicare i prezzi;
    CHE per evitare le imposte (nel nostro paese mediamente pari a 64,8% - Sole 20/11/2015) sulle maggiorazioni predette, gli appaltatori e i prestatori di servizio devono registrare costi falsi (senza i quali cui è impossibile accantonare le relative tangenti);
    CHE l’Agenzia Entrate e la Guardia di Finanza dispongono di oltre centomila preparatissimi (e generalmente integerrimi!) funzionari per scongiurare tale devastante (e demenziale, e apocalittica situazione);
    CHE i gruppi industriali e finanziari proprietari della stampa (restia infatti a pubblicare queste notizie) oltre a collaborare con il regime nel contenimento della libertà di opinione (tipica dell’area del lavoro autonomo e dell’impresa, non dipendente economicamente...

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    Last Post by L.D. il 3 Dec. 2015
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  2. CONTRO LA CORRUZIONE e LA ROVINA ECONOMICA E SOCIALE (E FORSE ANCHE MORALE) DEL PAESE
    ODG che ogni amministratore, consigliere, socio di un ente o azienda pubblica può o dovrebbe presentare

    AvatarBy L.D. il 14 Nov. 2015
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    ODG - PRESENTABILE DA QUALUNQUE POLITICO (o amministratore, consigliere, socio di un ente o azienda pubblica) – CONTRO LA CORRUZIONE, IL DEBITO PUBBLICO E LA ROVINA ECONOMICA E SOCIALE (E FORSE ANCHE MORALE) DEL PAESE
    PREMESSO:
     che gran parte della corruzione e del debito pubblico che affliggono il nostro paese deriva dagli aumenti di prezzo delle opere e dei servizi pubblici per pagare tangenti a coloro che li hanno autorizzati (non potendosi neppure escludere che molte prestazioni, anche se inutili, vengano autorizzate solo a tale scopo e che certi ritardi – si pensi all’Expo – siano dovuti alle difficoltà di mettersi d’accordo su come dividere la tangente);
     che per accantonare i relativi fondi i fornitori sono costretti a registrare fatture false o altri stratagemmi contabili in assenza dei quali (considerata l’elevatissima tassazione attuale) i fondi stessi resterebbero quasi interamente a loro carico;
     che in Italia vi sono circa 100 mila preparatissimi e addestratissimi (a spese dei contribuenti) funzionari dell’Agenzia delle Entrate e della Guardia di Finanza in grado di scoprire facilmente gli stratagemmi di cui sopra;
     che, come ampiamente dimostrato nell’esposto, ben il 90% dei funzionari di cui trattasi vengono impiegati per controllare le piccole e medie imprese “normali” (pilastro dell’economia e dell’occupazione) che, come capirebbe anche uno studente di prima ragioneria, non possono guadagnare e quindi evadere più di tanto a causa della concorrenza (quella sana);
     che, sempre come dimostrato nell’esposto, tale “politica” sta provocando la rovina economica e sociale (e forse anche morale) del paese;
     che, ai sensi dell’art. 44 Dpr 600/73 e segg., i comuni beneficiano di gran parte dei proventi della lotta all’evasione che contribuiscono ad accertare (per cui ne trarrebbe vantaggio anche la finanza locale), tanto premesso

    SI CHIEDE ALL’AMMINISTRAZIONE

    di comunicare all’Agenzia o alla Guardia di Finanza i nominativi di tutti i fornitori di opere, di beni e di servizi chiedendo loro di verificarne i costi e le operazioni straordinarie (facendo sì che il 90% degli accertamenti, di cui sopra, venga effettuato a carico di tali soggetti).


    Edited by L.D. - 26/11/2015, 08:13
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    Last Post by L.D. il 14 Nov. 2015
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  3. A un giornalista “a Berlino” e a tutti gli uomini di buona volontà
    L'agenzia delle Entrate distrugge il paese: presentazione

    AvatarBy L.D. il 18 Sep. 2015
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    Cari amici,
    la stampa nazionale (soprattutto il Sole 24 Ore) continua a ignorare la notizia, basata sui documenti (ufficiali) e i fatti riportati in calce, che l’Agenzia delle Entrate (da non confondere con le singole persone che la compongono) sta accertando miliardi fasulli, praticando l’estorsione, favorendo la corruzione, spostando gigantesche risorse dall’economia reale a quella virtuale, affossando la giustizia all’evidente scopo di ridurre il numero dei piccoli e medi imprenditori (pilastro dell’economia e dell’occupazione!).
    L’unico che si è degnato di rispondere (e che, pertanto, ringraziamo) è stato il direttore del Fatto Quotidiano Marco Travaglio; che però ha fatto finta di non capire.
    La cosa non deve sorprendere considerato che: l’economia (cioè “tutto”) viene assorbita (“pressione fiscale”) quasi interamente dalle imposte gestite dall’Agenzia Entrate; la quale è pertanto diventata l’amministrazione più importante del paese; ai poteri forti (che già hanno in mano un governo e un parlamento di nominati) non può essere sfuggita l’ amministrazione più importante; principale nemico dei regimi e dei poteri forti (che non a caso tentano di impossessarsi dell’informazione) è la libertà di opinione; più libere sono le persone che non dipendono da nessuno (lavoratori autonomi e imprenditori); in Italia, questi ultimi sono milioni (pari a Germania, Francia e Inghilterra messe insieme!). È pertanto normale che i poteri forti (attraverso l’Agenzia delle Entrate) tentino di ridurne il numero, massacrandoli. Vedasi, per esempio, quello che sta accadendo a Bologna dove vengono create le premesse perché i bar finiscano in mano ai cinesi (che notoriamente lavorano da mattina a sera senza fiatare).
    Meno normale è che i piccoli imprenditori si lascino annientare (senza aiutarci a diffondere queste notizie).
    al Presidente della Repubblica (racc. 145734371684) - al Governo (racc. 145734370876) alla Corte dei Conti (racc. 145734370888) - all’Autorità anticorruzione (racc. 145734370899)

    Siamo in grado di dimostrare (in base a documenti ufficiali) che, purtroppo1 in buona fede, violando varie disposizioni costituzionali e ordinarie, l’Agenzia delle Entrate sta perseguitando le piccole e medie imprese, conseguentemente provocando danni enormi all’economia, praticando una gigantesca estorsione, favorendo la corruzione su centinaia di miliardi di euro e contribuendo ad affossare la giustizia. E la Storia insegna (vedasi le conseguenze, nel secolo scorso, delle leggi razziali) che quando lo Stato viola i principi le conseguenze possono essere devastanti.
    Le presenti vicende fanno anzi capire quanti danni possa creare un’amministrazione2 pubblica, soprattutto se molto potente, per il paese

    Edited by L.D. - 24/9/2015, 09:36
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    Last Post by L.D. il 18 Sep. 2015
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  4. ESPOSTO CONTRO L'AGENZIA DELLE ENTRATE: STA DISTRUGGENDO IL PAESE
    Esposto basato su dati ufficiali: violazioni, danni e responsabilità.. La soluzione c'è!

    AvatarBy L.D. il 15 Sep. 2015
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    Siamo in grado di dimostrare (in base a documenti ufficiali) che, purtroppo in buona fede, l’Agenzia delle Entrate sta perseguitando le piccole e medie imprese (pilastro dell’economia e dell’occupazione!), conseguentemente provocando danni enormi all’economia, praticando una gigantesca estorsione, favorendo la corruzione su centinaia di miliardi di euro e, dulcis in fundo, contribuendo ad affossare la giustizia. Il tutto violando numerose norme costituzionali e ordinarie.
    E la Storia insegna (vedasi le conseguenze, nel secolo scorso, delle leggi razziali) che quando lo Stato viola i principi le conseguenze possono essere devastanti.
    In realtà le presenti vicende fanno capire quanto dannosa possa essere un’amministrazione pubblica, soprattutto se molto potente, per il paese. Più potente è, più danni procura. Questi i fatti.

    1. PERSECUZIONE DELLE PMI – VIOLAZIONE PRINCIPIO DI UGUAGLIANZA
    L’Agenzia “accerta” 50 miliardi l’anno tra maggiori imposte, sanzioni, interessi e aggi a seguito della notifica di centinaia di migliaia di “avvisi” per il 90% a carico dei piccoli e medi imprenditori e dei loro familiari (molte volte, come nel caso dei meccanici emiliani e dei baristi bolognesi, perfino a “tappeto” ) nonostante categorie, come i medici specialisti, incassino in un’ora, spesso in nero, quello che un artigiano guadagna in una settimana.
    E non si dica che ciò dipende dal “numero” dei piccoli imprenditori (effettivamente tanti)!
    Il paese pullula di dipendenti privati e pubblici percipienti fuori-busta o “doppio-lavoristi” (ovviamente in nero) senza che, giustamente, nessuno si sogni di controllarli. Alla stregua del popolo delle partite Iva, la capacità contributiva (art. 53 Cost.) di questi ultimi non è certamente tale da giustificare massicci accertamenti contro di loro.
    Il lavoratore (dipendente o autonomo) ha infatti diritto a una retribuzione (bianca o nera) proporzionata alla quantità e qualità (comprensiva dei rischi) del suo lavoro (art. 36 Cost.).
    I piccoli e medi imprenditori, poi, lavorano molto di più e si assentano (per ferie, malattia, maternità, assistenza familiari ecc. ecc.) molto di meno rispetto alle altre categorie.
    In realtà il fisco accerta le imprese perché facilmente controllabili in base ai costi (quando gli accertamenti devono essere non più “facili” ma più giusti). Con la conseguenza che le imprese vengono doppiamente colpite: dai costi (orami insopportabili, a fronte di ricavi aleatori e schiacciati dalla concorrenza) e dagli accertamenti fiscali.
    L’Agenzia si guarda bene invece dall’accertare “a tappeto” imprese e professionisti aggiudicatarie (chissà come) di gare e lavori pubblici interessate a registrare fatture per operazioni inesistenti (facilissime - lo ricordiamo ai verificatori - da controllare) per poter pagare tangenti.
    O dal recuperare gli “anti-economici” (e non inerenti), faraonici, compensi erogati, dalle “aziende” pubbliche (costantemente in perdita), all’...

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    Last Post by [email protected] il 16 July 2016
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  5. Premiamo il rischio d'Impresa con una tassazione ridotta!

    AvatarBy L.D. il 11 Sep. 2015
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    Proposta, a costo zero per la collettività, per rilanciare l’economia e riportare un minimo di giustizia nel nostro paese.
    Essa parte dal principio di uguaglianza “sostanziale” in base al quale le persone uguali vanno trattate in modo uguale e, quelle diverse (in termini di lavoro e soprattutto di rischio), in modo diverso.
    La nostra proposta, semplice ma rivoluzionaria, è quella di tassare i redditi in misura inversamente proporzionale al rischio di restare senza i redditi stessi. Chi rischia di più (di perdere il lavoro, di fallire ecc.) paga di meno e viceversa (per far quadrare i conti).
    Il rischio verrebbe matematicamente calcolato, sulla scorta dei dati Inps e Camera di commercio, in base all’uscita, dalle varie categorie, per motivi, quali il licenziamento, le dimissioni, le “cessazioni” ecc., diversi da quelli naturali (morte, pensione, fine mandato ecc.).
    La “capacità contributiva” (art. 53 Cost.) verrebbe, così, determinata tenendo conto dell’intera vita del contribuente, anni di “vacche magre” compresi.
    I benefici, particolarmente per il nostro paese, sarebbero semplicemente enormi.
    L’aumento della domanda di lavori meno tassati (quelli pericolosi, umili, faticosi, precari, d’impresa ecc.), oltre a determinare il rilancio dell’economia e ridurre il costo del lavoro, farebbe calare l’immigrazione(dovuta, com’è noto, allo scarso interesse dei nostri giovani connazionali per tali lavori).
    La riduzione della domanda di posti fissi vanificherebbe le raccomandazioni e i conseguenti “favori” (spesso illeciti) in cambio dell’impiego.
    L’inevitabile stangata sulle pensioni “d’oro” (a favore delle “minime”!) rimedierebbe, almeno in parte, alle raccomandazioni di “una volta”.
    Le altissime aliquote d’imposta sui redditi più alti e sicuri contribuirebbe a ridurre le scandalose differenze di reddito, che vi sono in giro, basate solo sulla presunta maggiore “capacità” o “intelligenza” di Tizio anziché di Caio. Non è più accettabile, diciamo la verità, che a parità di lavoro e studio vi siano persone che guadagnano (al netto delle imposte) molto più di tante altre solo perché più “intelligenti” quando la differenza di quoziente d’intelligenza, tra una persona e un’altra, è minima.
    In quanto super-tassati, i posti di comando interesserebbero molto meno alle persone grette e venali (le peggiori) e molto di più a coloro che intendono il potere come una missione (i migliori). C’è, infatti, anche il dubbio che l’attuale crisi sia da ricondurre al fatto che l’Europa e soprattutto l’Italia sono state finora in mano più Ai primi che ai secondi.
    Non vi sarebbe più la necessità di imporre “tetti”, tra l’altro incostituzionali, alle retribuzioni di persone che, per il potere che hanno (e i regali che ricevono), continuerebbero a lavorare anche gratis.
    Non accadrebbe più che dirigenti comodamente seduti al computer guadagnino (al netto delle imposte) molto più dei loro “so...

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    Last Post by L.D. il 11 Sep. 2015
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  6. Esposto contro Agenzia delle Entrate
    l'Agenzia delle Entrate sta distruggendo l'economia (e non solo)

    AvatarBy L.D. il 10 Sep. 2015
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    L’AGENZIA DELLE ENTRATE STA DISTRUGGENDO IL PAESE

    Siamo in grado di dimostrare (in base a documenti ufficiali) che, purtroppo in buona fede, l’Agenzia delle Entrate sta perseguitando le piccole e medie imprese (pilastro dell’economia e dell’occupazione!), conseguentemente provocando danni enormi all’economia, praticando una gigantesca estorsione, favorendo la corruzione su centinaia di miliardi di euro e, dulcis in fundo, contribuendo ad affossare la giustizia. Il tutto violando numerose norme costituzionali e ordinarie.
    E la Storia insegna (vedasi le conseguenze, nel secolo scorso, delle leggi razziali) che quando lo Stato viola i principi le conseguenze possono essere devastanti.
    In realtà le presenti vicende fanno capire quanto dannosa possa essere un’amministrazione pubblica, soprattutto se molto potente, per il paese. Più potente è, più danni procura. Questi i fatti.
    1. PERSECUZIONE DELLE PMI – VIOLAZIONE PRINCIPIO DI UGUAGLIANZA
    L’Agenzia “accerta” 50 miliardi l’anno tra maggiori imposte, sanzioni, interessi e aggi a seguito della notifica di centinaia di migliaia di “avvisi” per il 90% a carico dei piccoli e medi imprenditori e dei loro familiari (molte volte, come nel caso dei meccanici emiliani e dei baristi bolognesi, perfino a “tappeto” ) nonostante categorie, come i medici specialisti, incassino in un’ora, spesso in nero, quello che un artigiano guadagna in una settimana.
    E non si dica che ciò dipende dal “numero” dei piccoli imprenditori (effettivamente tanti)!
    Il paese pullula di dipendenti privati e pubblici percipienti fuori-busta o “doppio-lavoristi” (ovviamente in nero) senza che, giustamente, nessuno si sogni di controllarli. Alla stregua del popolo delle partite Iva, la capacità contributiva (art. 53 Cost.) di questi ultimi non è certamente tale da giustificare massicci accertamenti contro di loro.
    Il lavoratore (dipendente o autonomo) ha infatti diritto a una retribuzione (bianca o nera) proporzionata alla quantità e qualità (comprensiva dei rischi) del suo lavoro (art. 36 Cost.).
    I piccoli e medi imprenditori, poi, lavorano molto di più e si assentano (per ferie, malattia, maternità, assistenza familiari ecc. ecc.) molto di meno rispetto alle altre categorie.
    In realtà il fisco accerta le imprese perché facilmente controllabili in base ai costi (quando gli accertamenti devono essere non più “facili” ma più giusti). Con la conseguenza che le imprese vengono doppiamente colpite: dai costi (orami insopportabili, a fronte di ricavi aleatori e schiacciati dalla concorrenza) e dagli accertamenti fiscali.
    L’Agenzia si guarda bene invece dall’accertare “a tappeto” imprese e professionisti aggiudicatarie (chissà come) di gare e lavori pubblici interessate a registrare fatture per operazioni inesistenti (facilissime - lo ricordiamo ai verificatori - da controllare) per poter pagare tangenti.
    O dal recuperare gli “anti-economici” (e non inerenti), faraonici, compensi erogati...

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    Last Post by L.D. il 10 Sep. 2015
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